Riprendo la frase del fulgido ex ministro Tremonti che, per giustificare i suoi tagli, il titolare dell’Economia scelse siffatto spot. Letta,
nei suoi primi giorni a Palazzo Chigi, fece questa promessa:
“Se ci saranno altri tagli, mi dimetto”. Non che ci sia più granché da
tirar via. Il bilancio del ministero è passato dai 2,7 miliardi di € del 2001 (lo 0,37% del bilancio totale dello stato) a 1,5 miliardi previsti per il 2013 (appena lo 0,2% del bilancio dello Stato). Per il il budget del Mibac è un terzo di quello dell’omologo ministero francese
(circa 4 miliardi) e corrisponde allo 0,11% del Pil (in
Francia è lo 0,24). La cultura, in Italia, pesa sempre meno. Secondo il rapporto annuale 2013 di Federculture, dal 2008 a oggi il settore culturale ha perso in tutto 1,3 miliardi di
euro tra risorse pubbliche e private. Investimenti che sono venuti a
mancare a livello centrale e a livello di enti locali.
Nel 2008 i comuni spendevano in cultura 2,4 miliardi di €, scesi a
2,1 nel 2011. Così come le provincie, nello stesso periodo, sono passate da 295
milioni a 213. In Paese governato da caste, direi che il mezzo più importante per il progresso, cioè la cultura, è "leggermente" messo da parte...
Mi sono documentato leggendo questo articolo: ilfattoquotidiano/conculturanonsimangia.
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RispondiEliminaVerità sacrosanta e scritta su carta. L'unico posto dove andarli a prendere ormai è l'Europa. Il nostro governo in questo campo è colpevolmente latitante.
RispondiEliminaIl problema non è solo quello, il vero problema è che la cultura è considerara una cosa (senza virgolette) secondaria.
RispondiEliminaA proposito: http://www.libreriamo.it/a/5242/italiani-ultimi-in-europa-per-competenze-alfabetiche.aspx#.UlUYH6GWQGE.twitter
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