La famosa detrazione fiscale per i libri acquistati pare vada avanti. Riporto in parte un articolo di ieri apparso su libreriamo.it, l'articolo completo è questo: libreriamo.it/detrazionefiscalesuilibri. Continuo a sostenere che questo gesto del Governo sia una bella cosa, sugli ebook si risolverà con la tipologia italiana, cioè scontentare tutti.
Lo scorso 13 dicembre il governo approvava il decreto
Destinazione Italia, un pacchetto di misure mirate a favorire lo
sviluppo delle imprese e a ridurre le spese delle famiglie. Tra gli
altri provvedimenti, il decreto prevede la possibilità di detrarre
fiscalmente il 19% della spesa in libri fino a un tetto massimo di 2
mila euro – di cui mille per libri scolastici e universitari, mille per
libri generici. Quanto a questo punto, sono molti gli interrogativi su
come si potrà concretamente godere della detrazione: sarà necessario,
come per le medicine, uno scontrino che riporti il codice fiscale
dell’acquirente? E come funzionerà per gli acquisti on line? Ne abbiamo
discusso con il presidente dell'ALI Alberto Galla. Innanzi
tutto, il decreto deve ancora diventare legge e devono ancora essere
chiarite ufficialmente le modalità della sua attuazione. “La conversione
in legge deve avvenire entro 60 giorni dall’approvazione e verrà
portata presumibilmente a compimento entro gennaio, o nei primi di
febbraio”, ci spiega Galla. “Oltre a ciò, nel decreto si fa riferimento a
un regolamento di chiarificazione e attuazione che deve essere emesso
dal Ministero dello Sviluppo Economico, che con il Ministero
dell’Economia è il titolare di questo provvedimento. Non siamo dunque in
grado, a oggi, di dire quali saranno le metodologie pratiche per poter
godere di questa detrazione fiscale. Deve anche essere definito l’anno
di detrazione dell’imposta, che presumo sia questo 2014 – il governo
parlava infatti di sostenere questa misura per i prossimi due anni,
quindi il 2014 e il 2015”. “Siccome il decreto parla di un
documento fiscalmente rilevante, che contenga il codice identificativo
del libro, cioè il suo codice EAN, i casi sono due”, prosegue il
presidente dell’ALI. “Le libreria possono attrezzarsi, come le farmacie,
per emettere uno scontrino fiscale parlante, che indici nome e cognome
di chi sta acquistando, codice fiscale, partita IVA e i dettagli dei
titoli che sta comprando. Oppure potranno emettere una regolare fattura
intestata. Le mie però sono soltanto riflessioni, non sono confortate da
un documento ufficiale di provenienza ministeriale, che indichi
chiaramente la soluzione tecnica prescelta. Nella circolare che ho
diffuso il 2 gennaio come presidente dell’ALI comunque suggerisco,
qualora i clienti dovessero nel frattempo fare richiesta di un documento
che attesti l’acquisto, di emettere una fattura, che è un documento
fiscalmente rilevante e inattaccabile”. Se gli acquisti
avvengono sul web, bisogna fare due discorsi distinti per i libri
cartacei e digitali. “Se si tratta di libri di carta il rivenditore on
line manda la fattura anche quando non richiesta, e credo che questo
documento sia sufficiente. Era invece escluso dal provvedimento il tema
dei libri digitali, rispetto ai quali l’ALI ha una posizione di
prudenza”, chiarisce Galla. “Noi riteniamo, con il governo, che il
digitale rappresenti una questione a sé. Sempre di libri si tratta, su
questo sono assolutamente d’accordo, ma la tipologia di fruizione è
diversa da quella dei libri in carta: nel momento in cui compro un libro
cartaceo acquisisco un diritto di proprietà su quel bene, mentre è
ancora da chiarire se quando compro un ebook ne acquisisco il diritto di
proprietà o un diritto d’uso. Sono convinto che il governo abbia preso
le sue decisioni non tanto, come si è detto, per sostenere l’industria
editoriale tradizionale e i librai, ma proprio in virtù di questo
ragionamento. In questo campo ci potranno magari essere altri interventi
che andranno nella direzione dell’equiparazione dei due mondi”.
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