giovedì 9 febbraio 2017

Gli italiani non leggono #2

Martedì ho parlato delle abitudini di lettura degli italiani. Il post, con la fonte delle mie riflessioni, lo trovate qui: gliitalianinonleggono#1. Oggi completo la mia chiacchierata parlando delle letture sul digitale. Nell'articolo si legge che  L’uso di Internet è entrato in concorrenza con la lettura di libri, per lo meno per le fasce giovanili? Cosa che penso sia vera ma, è altrettanto vero che nella prima fase dell'ascesa di internet si è verificato il contrario, cioè i maggiori fruitori di internet erano anche i maggiori lettori di libri e più in generale fruitori di cultura. Ne sono assolutamente convinto. Penso che anche oggi, nel 2017 e ormai con dieci anni di "internet per tutti", chi legge ebook legge anche cartacei e viceversa. Chi non legge uno dei due formati non legge neanche l'altro. Eviterò di parlare ora della differenza tra leggere un cartaceo e lo stesso libro in formato ebook, oggi non voglio parlare di questo.
Nell'articolo si dice anche che è vero che la stessa lettura di ebook non decolla più di tanto. Sono solo 4 milioni coloro che hanno letto nell’anno un ebook, il 7% della popolazione.
Ma la riflessione più interessante è questa Leggere libri è elemento fondamentale di crescita culturale delle persone. Un po’ tutti dovremmo sapere che se un genitore legge, con molta più probabilità, anche suo figlio leggerà; se in casa ci sono molti libri aumenta la probabilità che i propri figli leggano; se si abituano i bambini a giocare con i libri fin da piccolissimi, anche fin da due anni, con molta probabilità leggeranno da giovani e da grandi. C’è un livello di intervento pubblico, di sensibilizzazione, di potenziamento delle biblioteche, di formazione degli adulti, ma anche uno di tipo privato. Ciascuno di noi può fare molto per investire in questa ricchezza, perchè una delle risorse, anche economiche, più durevoli e promettenti del nostro Paese è proprio la cultura.
Ma non è così. In Italia c'è un'industria della cultura, che pensa a fare soldi. Poi c'è chi fa cultura veramente. Non è la stessa cosa, perché lo scopo finale è diverso, nel primo caso si pensa solo a fare soldi, nel secondo si pensa in primis ai contenuti.
Gli italiani non solo non leggono, gli italiani trovano che tutto ciò che è culturale (cinema, teatro, ecc.) sia in secondo piano rispetto alle necessità primarie dell'uomo. Vi faccio un esempio, nei vari comuni italiani ci sono gli assessorati all'edilizia, lavori pubblici, e tanti altri. Poi c'è l'assessorato degli sfigati: sport, cultura e tempo libero...

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