lunedì 8 giugno 2020

Intervista con un amico

Buongiorno e buona settimana.
Oggi vi propongo la mia intervista a Reno news, completa la trovate qui: renonews.it/Fornaro. Intervista che mi ha fatto il caro amico super attivo in campo culturale, Fabrizio Carollo. 😎😉

Fornaro, autore anche di racconti e romanzi, è sempre attento e incisivo nei confronti della società e delle sua evoluzione o involuzione, che dir si voglia. Ma l’autore di questo appuntamento, non manca di stupire il lettore, esplorando gli aspetti più profondi dell’animo umano. Un poeta ancora alla ricerca della propria comprensione, che si mette e nudo e mette a nudo anche il proprio fruitore, grazie ad opere che rimangono impresse ben oltre la lettura e invitano a mettersi in discussione.
Come sei cambiato artisticamente dal tuo primo libro ad oggi? Come per tutti gli autori autobiografici, il mio cambiamento come scrittore è stato di pari passo uguale a quello come uomo. Molto meno sognatore, più cinico e pragmatico.
Poesie e racconti: due mondi opposti. A quale ti senti più legato? La poesia è emozione, istinto, spontaneità. Il racconto “prevede” una preparazione, la stesura è più calma e lunga nel tempo. Sono nato come poeta, poi ho scoperto i racconti. Li adoro entrambi; mi piace il Mauro istintivo, spontaneo delle poesie, ma anche il Mauro che con calma si mette a scrivere un racconto. 
Credi che, al giorno d’oggi, il lettore meriti ancora di essere fatto partecipe delle emozioni di uno scrittore o sarebbe meglio scrivere per sé stessi? Scrivere solo per sé stessi non vuol dire essere scrittore. Lo scrittore, come tutti gli artisti, deve emozionare, deve smuovere le coscienze. Nessun scrittore può pensare di scrivere solo per sé stesso e poi pretendere di essere pubblicato.
C’è una storia che hai scritto soltanto per te e che non vedrà mai la luce? Sì, più precisamente una poesia.
Questo momento storico senza precedenti ha ispirato la tua creatività o hai vissuto, come tanti altri artisti, di una sorta di blocco? Ho avuto molto più tempo per me, l’ideale per riuscire a scrivere. Da fine febbraio e fine aprile ho completato il prossimo libro di racconti, che uscirà a fine anno, e ho scritto un romanzo. Lo stare a casa, immerso nella natura, mi ha aiutato molto. 
Se fossi costretto a scegliere solo una tua opera che, più delle altre ti rappresenta, quale salveresti e perché? Salverei l’ultimo libro di poesie: “Veramente pensate di capire i poeti?”. Il mio libro più autobiografico, dove riesco (almeno lo spero) a mixare molto bene la mia vita alla poetica matura.
Ispirandomi al titolo del tuo ultimo libro, credi che Mauro Fornaro riuscirà mai a capire veramente sé stesso o è proprio l’incomprensione interiore il segreto per essere un poeta nell’anima? Più che l’incomprensione è l’eterna lotta interiore che, a volte, sicuramente è anche incomprensione, ma anche molto altro. I sognatori difficilmente vengono compresi. 
Foto di Deborah Bencini
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