Con quello di oggi, inizio una seria di articoli dedicati alle prossime elezioni politiche, con qualche riflessione anche sulle regionali. Non sarò da solo, ho intenzione di ospitare amici, e non, che potranno dire la loro. Chi fisso interessato a parteciapre a questa camminata verso le elezioni può contattarmi in privato. Oggi darò spazio all'amico Moreno (twitter.com/MorenoDeAngelis), blogger, consulente di progetti ambientali, energie rinnovabili e cooperazione internazionale.
Prima di riportavi le sue riflessioni, vi do la motivazione principale per cui anche questa volta non andrò a votare. Nessuno dei contendenti sta parlando di ambiente, cultura, soprattutto di sport, scuola e ricerca ricerca; nessuno dei contendenti sta parlando di sanità pubblica da garantire a tutti. In questo momento interessano di più la legge elettorale, l'IMU, il conflitto d'interessi. I candidati fanno bene, gli italiani non hanno tempo per pensare, riescono, ogni tanto, ad avere qualche minuto per dire la loro sulle scelte dei sovrani. Motivo per cui il più grande partito italiani è la nazinale di calcio.
Eccovi le riflessioni di Moreno, scritte stamattina.
Prima di riportavi le sue riflessioni, vi do la motivazione principale per cui anche questa volta non andrò a votare. Nessuno dei contendenti sta parlando di ambiente, cultura, soprattutto di sport, scuola e ricerca ricerca; nessuno dei contendenti sta parlando di sanità pubblica da garantire a tutti. In questo momento interessano di più la legge elettorale, l'IMU, il conflitto d'interessi. I candidati fanno bene, gli italiani non hanno tempo per pensare, riescono, ogni tanto, ad avere qualche minuto per dire la loro sulle scelte dei sovrani. Motivo per cui il più grande partito italiani è la nazinale di calcio.
Eccovi le riflessioni di Moreno, scritte stamattina.
Siamo
alla XXVII legislatura.
Ossia
(da Badoglio, 1943) a oggi, si sono succeduti 27 Governi (Repubblica dal
2Giugno del 1946) e circa una 70ina (67) di capi di Governo (o Presidenti del
Consiglio dei Ministri).
Cioè in
70 anni, la media della durata dei Governi (anche con una sequenza di
Presidenti) è stata di circa 2,5 anni. (http://www.governo.it/governo/governi/governi.html).
Faccio
questa riflessione perché mi dicono (io allora non c’ero) che il 2012 è stato
l’anno più pesante per gli Italiani dal dopoguerra. E a portarci fuori dai
casini quella volta fu (nel bene o nel male) De Gasperi, a cui vennero affidati
i primi sette governi di questa repubblica.
Se ci
fosse ancora, fra una pausa e l’altra dell’evidente malessere che potrebbe
provare, mi piacerebbe sapere un suo pensiero su oggi.
Questa
corsa alla poltrona, però, mi sembra più drammatica delle altre. Drammatica per
la situazione degli abitanti di questo paese. Drammatica per la pochezza che si
propone. Drammatica per la capacità di QUALSIASI governo sino ad oggi di
deludere le promesse ed i programmi elettorali una volta eletti. Sempre per
motivi altri: pressioni occulte, inamovibilità delle caste, burocrazia
intricata come un sottobosco di mangrovie…
Ancor di
più, oggi, assistiamo in questi giorni a siparietti, accuse e risposte, che mi
sembrano il confuso abbaiare di un canile dove non c’è una figura di
riferimento, di spessore, di qualità, di fiducia che emerga un po’ di più degli
altri.
Dovevamo
cambiare le facce (Bersani in primis ululava “facce nuove al Governo”) e alla
fine ci si propone sempre perché fare il politico in Italia è una gran bella
vita. Ogni tanto ne spari una, litighi con “Tizio” o con “Caio”, hai una squadra
di “servi sottopagati” che lavorano per quello che devi dire/fare, pigli una
valanga di quattrini e, bene che vada, fai accordi “sottobanco” con altri
politici (e in questo senso, quando sei alla Camera o al Senato, non esiste la
“parte avversa”! Esistono solo gli interessi – partito, personali, esterni di
amici o altro – raramentissimamente degli elettori che li hanno votati) in
momenti posti e luoghi che i più non vedranno mai. Un “do ut des” continuo… se volete vi faccio
esempi a iosa. (Do ut des: dal Latino:
“io do affinché tu dia”).
Bene. Oggi,
ancora, ci chiedono di scegliere.
Scegliere
su una serie di affermazioni, impegni, contratti, programmi (chiamateli un po’
come vi pare) che anche se non verranno realizzati non porteranno alcuna
conseguenza agli stessi eletti. In qualsiasi altro posto (sempre in Italia) se
sbagli, prendi un calcio nel sedere, o, ben che vada ti “ingessano” (promozione,
altre nomine) impedendoti di fare danni.
Consiglio
il silenzio. Se niente niente guardate una qualsiasi delle trasmissioni
televisive con invitato ora questo o quel candidato, sarà come essere immersi
in una discoteca stretta piena di gente con luci fortissime e musica a palle
nelle orecchie. Perfetto per capire e scegliere.
Sentirete
solo accuse e contro accuse. Anatemi vari e proclami (spot) senza alcun valore
futuribile.
Consiglio
di leggere bene i testi dei programmi.
E
intanto che ascoltate MOLTO distrattamente i vari proclami…
ricordate
che l’Italia ha la disoccupazione giovanile al 37,1% (anche se sui dati
avrei da discutere…), con un tasso generale dell’11% e un tasso di
disoccupazione fra i Laureati del 8,3% (2,6 in Germania). Infatti lo scorso
anno circa 10600 laureati hanno espatriato per trovare lavoro e dignità
all’estero (circa 68000 dal 2002 al 2011) con un danno stimabile per l’Italia (come
se fosse solo quello economico) di quasi un miliardo di Euro all’anno. (http://www.repubblica.it/scuola/2013/01/02/news/costi_fuga_cervelli-49775145/), resta il
paese con una bassa libertà di stampa, (si piazza al quarantesimo posto,
superata da paesi latinoamericani come Ecuador, Uruguay, Paraguay, Cile ed El
Salvador, oltre che da Stati africani come Benin, Sudafrica e Namibia. Degli
altri della UE la Finlandia al primo posto e dietro di noi solo Repubblica Ceca
e Romania (Reporter Sans Frontier www.rsf.fr).
La legge
di riassestamento idrogeologico del paese è ferma in Parlamento dal 1963.
Grazie a
una legge del Governo Monti, l’Italia ha speso, ad oggi, il 37 % del TOTALE
fondi dell’UINONE EUROPEA disponibili relativamente al periodo 2007 - 2013.
Prima del governo Monti (2011) la spesa si attestava al 22% del totale
disponibile. Assurdo, no?
(L’utilizzo
dei fondi da parte della Spagna sfiora il 112%).
In
Italia il comparto Cultura vale 5,4% del PIL. Apprezzato in tutto il mondo.
Parte fondamentale dell’offerta turistica italiana. Ma dal 2011 solo tagli. 180
milioni in meno. Nel 2012 – 2013 altri 90 milioni in meno e si presume che nel
2014 se ne taglino altri 10.
Intanto
quello che potrebbe essere un volano inarrestabile (occupa OGGI 1,4 milioni di
persone) vede i musei e le opere cadere a pezzi.
L’ambiente
(patrimonio e salute) e le risorse ambientali e beni comuni (mai messe come
costo) in Italia vengono sistematicamente messe alla fine della lista.
Quanti
parleranno di queste problematiche?
Alla
prossima.
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