Oggi vi presentiamo un racconto scritto da Moreno e con il mio zampino. Parliamo di politica ma partendo dal Vaticano, o forse parliamo del Vaticano partendo dalla politica. Mi sa che in Italia è più o meno la stessa cosa...
Potrebbe la puntata zero di una serie di racconti sul Vaticano, chi lo sa.
AFFARI DI STATO
Oggi neve e freddo.
Ho già cambiato tre taxi e ho
preso due pullman. Anche se sono un po’ stanco di girare a caso, voglio essere
certo che nessuno mi stia seguendo.
Qui, nella capitale del nord,
hanno imparato a prevenire la neve. Un piccolo successo. Su una cosa che
dovrebbe essere normale routine.
Sono un po’ in ansia. La persona
che devo incontrare mi ha detto di essere “informata” su fatti che non conosco.
Ma non mi ha detto che ruolo ricopre nello stato pontificio ma dubito che sia
un semplice dipendente.
Mi ha consigliato di confessarmi…
nella bellissima Santa Maria dei Miracoli. E’ li che sto andando.
Quando arrivo c’è una luce molto
strana. E la neve contribuisce ad un paesaggio surreale.
Il silenzio ovattato fa risaltare
il mio respiro, che ora cerco di controllare. Il pesante cigolio del portone,
annuncia il mio arrivo nel santuario. Mi siedo sull’ultima panca. Per
riprendere fiato e per concentrarmi. Ma anche per percepire qualche movimento strano
o qualche presenza non voluta.
Dopo poco mi avvio verso il
confessionale. Il primo, sulla sinistra. È li che devo entrare alle 18.
Entro e tiro la tenda. C’è
penombra. Ma ho un registratore digitale. Piccolo e ben nascosto, almeno spero.
“Mi perdoni Padre, perché ho
peccato.”
“Parla pure figliolo…”, (mi
risponde una voce profonda, da dietro la piccola grata) “…sono qui per te”.
“Ma forse, figliolo, è meglio che
ascolti. Perché il mio cuore e la mia anima sono pieni di tristezza verso la
fede, tradita da questa Chiesa”.
“Ho così tante domande… ci sono
così tante cose che non capisco, Padre”
“Forse ti sei domandato perché un
Papa si dimette?”
“Beh, anche… effettivamente, non
credo alla favola della malattia. Ci deve essere qualcos’altro sotto. Ma non so
a cosa attribuirlo. Non so se cercare collegamenti con lo scandalo del suo
segretario. O con altri fatti. “
“Il cuore di Ratzinger funziona
bene. Ed il suo Pacemaker è stato solo ricaricato (batterie nuove) poco tempo
fa. La Sua salute non è l’argomento di cui parleremo oggi. Non c’entra. Il
discorso è molto più ampio. La cosa di cui ti accennerò oggi è profonda,
pervasiva, ramificata e potente.”
“Padre. Non le nascondo che
faccio fatica a capire. A che episodi si riferisce? Cosa è ramificato?”
“Figliolo, non tenere la tua
concentrazione ancorata al singolo episodio. Perdi la visione di insieme. E
quella, solo quella, ti può far capire meglio i contorni ed il potere della
struttura.
Solo quando avrai focalizzato
l’entità, allora, sarà facile collegare tutti gli episodi, e altri che ora o
non conosci o hanno altro significato, per te“.
Sono un po’ frastornato da queste
parole. L’aria mistica e medioevale del Santuario mi confonde e mi crea uno
stato d’animo inquieto. Credo di essere davanti a qualcosa che è molto più
grande di me. E sono davvero tentato di alzarmi e andarmene.
“Di cosa stiamo parlando, Padre?”
“Il Santo Padre è stato costretto
ad andarsene. Ha reso quasi palese ciò che non doveva essere visto.”
Il secondo stato, non l’ha
accettato. Si è dovuto tutelare. E Ratzinger sparirà. Se ne sentirà parlare
solo alla sua morte. Forse.”
“Continuo a non capire… Parla
dello stato del Vaticano??”
“Conosce l’Opus Dei, Figliolo?“
Dalla mia bocca usciva solo silenzio,
non riuscivo a parlare.
“Immagino che conosca quello che
trova sul web. Quella che conoscete voi è la vetrina. E’ quello che vi
mostriamo. Che non è quasi nulla rispetto alla realtà. O.D. è un braccio
operativo e decisionale del “sistema”. Arriva quasi ovunque. Capi di stato.
Ministri. Ma anche direttori di banche.
Botin è un nostro fratello. E bisognava risollevare Santander. E allora
l’acquisizione e poi la vendita di Antonveneta. Ma tutto passa sotto il
controllo dello IOR. Ma non sono stati bravi. Sono uscite della CARTE, non si
sa quante e di che importanza. E la falla ha creato precedenti. Che non si
potevano accettare. Non si può scoprire il sistema.”
“Cerchi di vedere il “gioco” nel
suo insieme. Ratzinger è un colpevole e una vittima. Ma nemmeno lui controlla
le forze in gioco.”
Sono a bocca aperta. E faccio
fatica a connettere e a fare domande sensate. Ho l’impressione davvero di aver
messo le mani in un vespaio.
Il Padre, come a volersi liberare
la coscienza da un peso non più sostenibile parla quasi a ruota libera. Ma
senza ansia, né fretta. È pacato. Parla con voce profonda e sicura, senza
incertezze né titubanze. Sicuro di dire cose che conosce, vere.
Azzardo.
Lei che ruolo aveva in questa
partita?
“Io sono un servo di Dio e uomo
di “contatto”. Ero uno dei segretari personali del Santo Padre. E se non si
fosse dimesso non avrei detto nulla. Non meritava questa fine. Nessuno parlerà
di Lui se non del fatto che è il primo Papa che ha tradito la missione di Fede
cristiana, dimettendosi.”
“Io c’ero, a Vienna, quando
incontrai con altre persone Doug Peterson
e Goldman Sachs. Furono loro a decidere di coinvolgere ancora Monti. Da
lì telefonammo a Silvio e lui capi, si doveva fare da parte. Non avrebbe potuto
fare ciò che ha fatto Monti e sarebbero venute fuori troppe vicende.”
“Quella del Monte dei Paschi è
una piccola cosa, data in dote al momentaneo ritiro di Silvio. Da usare,
attraverso canali sicuri, a suo piacimento una volta che sarebbe ritornato.”
Balbetto… e mi sento sconfitto.
Chi mai crederà a una cosa simile? Ma lui, incalza.
“Dopo un anno di silenzio, eccolo
qui. Con o stesso potere di prima. Cosa crede che non possiamo far eleggere chi
va meglio?”
“Meglio per chi?”
“Meglio per la situazione. Meglio
per la nostra economia e per i nostri guadagno. Meglio per il nostro potere.
Meglio per il “Sistema….
….non potevamo certo lasciare che
l’amico di Casaleggio spadroneggiasse troppo. Nella sua follia visionaria, ci
vede anche troppo bene. E così abbiamo chiesto a Casaleggio di controllare. E
di contenere anche spingendo i toni oltre il lecito. Voce che urla insulti si
ascolta meno.”
“Ma… ma… la sinistra i DS? Alla fine sembrano la
soluzione. Sono fuori dai giochi? O forse mi illudo?”
A fatica trattiene una leggera
risata… Pensavo tra me e me che anche in Vaticano il PD si fa ridere in faccia.
“Non si preoccupi. Non vincerà. E
se lo farà sarò una vittoria di Pirro. Ingessato e immobilizzato. Lei crede
veramente che il programma del secondo partito Italiano possa essere fatto da
frasi fumose e senza realtà? Lei che cosa ricorda degli interventi di Pier
Luigi? Quando ha detto “li sbraniamo”… e
poi? Buio vero? E secondo lei perché?”
“Vedrà. TAV. Ponte di Messina. Si
metteranno d’accordo. E si faranno. Ci sono già riusciti col Mose… se lo è già
dimenticato? Ci sono amici coinvolti. Anche quegli “amici” del sud. Che fanno
parte del gioco. A loro modo. Anche loro devono avere, per essere contenuti.”
Il “disegno” ancora fumoso si fa
immenso. E stiamo parlando solo della nostra nazione. Immagino che la denuncia
di Obama a S&P c’entri con qualche fuga di notizie. E mi chiedo se ci sia
veramente qualcuno estraneo a questo gioco. Ma soprattutto che non sia
controllato, come una marionetta, o messo in condizioni di non nuocere.
Mi viene in mente Antonio
dell’IDV. E chiedo alla voce oltre alla grata.
“ E’ bastato far avere a Milena
qualche indicazione. Qualche suggerimento. Non potevamo permettere che
appoggiasse in quel momento il can can di Beppe. Ora c’è Ingroia. E va bene
così.”
“Ma stia tranquillo. In Italia
non si venerano, in vita, i giusti e gli onesti. Si venerano i Potenti.
Degli onesti ci si ricorda post
mortem.”
“Io ho bisogno di prove per
scrivere….”
“Le avrà, amico… posso chiamarla
così, vero? Le avrà. Ma non ora. Abbiamo parlato troppo ora. La ricontatto io.”
Un fruscìo.
“ No, aspetti ancora un attimo….”
Ma non sento più nulla. Esco dal
confessionale. Non vedo nessuno. La chiesa è vuota, silenziosa. Vedo sole delle
ombre.
Decido che può bastare. Esco farò
un giro largo per tornare in ufficio. Anche se non so che ora sia…
Resto con questo amaro sapore in
bocca e con l’eco delle ultime parole del mio confidente:
“Si venerano i potenti, degli
onesti ci si ricorda post mortem”.
RICORDA MOLTO DIEGO CUGIA E/O IL LIBRO: IL 13° APOSTOLO. BELLO!
RispondiEliminaNon ho letto il libro ma il tuo mi sembra un complimento. Direi, GRASSSSIE!
RispondiEliminaMai letto nemmeno io. Forse dovrei... intanto grazie mille.
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