Ricevo da Moreno questo pensiero, lo pubblico immediatamente! Come dire cose sensate e concrete senza dire ovvietà o passare per l'imbonitore di turno.
Scimmie ammaestrate
Arrivo a casa da una giornata
nera, nella media di questo ultimo anno e mezzo.
Oggi particolarmente nera, ma
comunque sempre con qualche lampo di speranza qua e là.
Mentre immobile nei pensieri
viaggio nel treno che mi porta a casa, guardo l’umanità stanca che ho intorno a
me, con un animo incerto, ora gioioso ora incazzato.
Mi chiedo perché. Cosa c’è che mi
dà davvero fastidio. Cosa mi urta in maniera leggera ma insopportabile la parte
più sensibile del sistema nervoso. E che mi fa voglia di prendermela con tutti
e con nessuno.
Inseguo i miei pensieri. Senza
cercare una risposta. E ascolto. Una ragazza di fronte a me, parla di Extreme
Home Edition. Programma televisivo. Lì per lì, la mia mente sta per sputare questa
cosa, bollandola come cazzata. Ma non lo faccio e penso alla Marcuzzi, che
conduce il programma – formato italiano, copia di quello americano.
Anche qui non mi fermo alla
finzione. Ai sentimenti fasulli, forzati, portati alla ribalta per coinvolgere
lo spettatore in un turbine forzato di emozioni. Sono tutti attori, questo è quello
che penso, pure gli americani, ma lo fanno meglio. Se sono attori, sono
certamente più bravi.
Ma perché? Perché questo popolo
che ha parecchi difetti, che per i colti e tradizionalisti europei, è un
“popolo senza storia” riesce in diverse ambiti e in diversi momenti a scatenare
emozioni e sensazioni forti? Facile bollare il tipico film come “americanata”.
L’eroe che dopo aver subito ingiustizie di tutti i tipi, a rischio della sua
vita, debella il male e salva gli innocenti. Allontanandosi poi nell’orizzonte.
O l’atleta che nel suo gesto mette la rivalsa di una razza sulle ingiustizie
subite e vince.
Ma ancora non ci sono. Cosa mi dà
fastidio? Che loro siano così prevedibilmente legati a sentimenti e valori
(patria, libertà, cameratismo, amicizia…) a volte in maniera così pateticamente
ovvia? O forse che non lo siamo noi?
Forse è questo.
Forse il fatto che il popolo
italiano ha perso quella identità, intesa come la capacità di essere se stesso
senza modelli o stereotipi forzati da un mercato o da un politico che controlla
n televisioni. Ha perso nella maggioranza dei sui componenti quella
spontaneità, quella italianità fatta di fantasia, onestà, forza e sentimenti
che ne fanno un esempio di fronte al mondo. Non il migliore magari, e nemmeno
il solo. Ma unicamente Italiano.
Noi oggi scimmiottiamo. I
politici scimmiottano format, sondaggi, opinionisti, share, cronisti, testate
giornalistiche e modelli di altri paesi. Incapaci di fare uscire la nostra
identità e genuinità. Il nostro essere che deriva dalla nostra cultura e
capacità.
Perché l’italiano deve essere
Berlusconi? Perché non abbiamo il coraggio di fare un passo oltre?
La sinistra ha scelto Bersani (il
popolo pagante della sinistra), in(forseconsapevole che avrebbe aperto la
strada al ritorno del grande imbonitore.
Con Renzi non l’avrebbe fatto.
Avrebbe fatto la figura del nonno. Sconfitto in partenza. Ma perché ci dobbiamo
sempre annichilire su scelte comode e con poco futuro? Perché dobbiamo
scimmiottare il mondo alla ricerca di una identità che latita?
Io una libertà d’animo la trovo
nella gente di cui mi circondo. Quella che considero amica. Che scelgo. Gente
che come me, non conta un cazzo a livello di governo. Gente che vede, sceglie,
parla e fa sulla propria pelle. E alla sera, non conta i graffi nell’anima. Ma
dorme serena di aver lottato per un sogno a cui nemmeno riesce a dare un nome.
Sarebbe bello che ci fossero dei
politici, ma anche tutte le persone, che avessero il coraggio dell’autenticità
e della libertà dalla via di mezzo e dal copiare o scimmiottare modelli di
cartapesta. Riconoscere la voce della
libertà della mente nelle parole di qualcuno.
Ecco cosa mi fa incazzare. Ecco
perché al posto di andare a vedere Bersani (o Monti), preferisco bere una birra
con Mauro. Incazzandomi.
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